Articolo tratto da Rivista Idea.

Partiamo dalla genesi. “Ancalau” è una parola del dialetto dell’Alta Langa che non trova una diretta traduzione in italiano. Indica colui che vince la timidezza, colui che osa, che si spinge oltre il limite. Parafrasando, si vuole indicare chi ignora la reticenza e decide di rischiare, innovare e agire. Lo spirito dell’Ancalau trova nel piccolo paese di Bosia un’ancor viva tradizione, radicata nella cultura e nelle vicende di una popolazione che vide nel XVII secolo il proprio villaggio, i propri beni, i propri cari, le proprie case travolti da una frana e seppe cominciare da capo, ricostruendo con ostinazione e sacrificio il proprio paese.

Nasce forse da qui la fama degli “Ancalau di Bosia”, piccolo borgo che ha dato poi nel tempo i natali a un sorprendente numero d’inventori e innovatori. Nel mese di giugno 2025 andrà in scena la decima edizione del Premio Ancalau “Start Up Giovani”, da quest’anno anche nel comune di Diano d’Alba. Organizzato fin dall’origine da Silvio Saffirio, creativo e imprenditore della pubblicità, e Ettore Secco, sindaco di Bosia, figure basilari senza le quali il Premio non sarebbe nato né cresciuto. Al loro fianco Oscar Farinetti, pirotecnico imprenditore (e scrittore), Tino Cornaglia, presidente di una Banca d’Alba modello di successo del credito cooperativo, e Giancarlo Rocchietti, imprenditore e creatore del Club degli Investitori, oltre alla partnership con la Rivista Idea, avviata dal fondatore Carlo Borsalino che intuì le potenzialità dell’evento. Un progetto più che un premio, un luogo, che unisce e crea legami, esaltando le idee trasformandole in impresa. In questo percorso centrale l’attività del Club degli Investitori, presieduto appunto da Rocchietti.

Da dove nasce il Club?
«Eravamo “quattro amici al bar”, imprenditori con l’intento di aiutare i giovani a fare le startup, non finanziandole ma lavorando al loro fianco: questo è il nostro valore aggiunto. Per questo ci chiamiamo Club, una community di “business angel” con oltre 400 persone.

Cosa trovate a Bosia?
«Per fare un esempio langarolo, ci troviamo al mattino presto e andiamo alla ricerca di tartufi. Così definiamo quei “lampi di genio”, progetti che davvero contengono prospettiva d’impresa. In Italia ci sono circa 15mila start-up, noi investiamo ogni anno in una quindicina di progetti, proprio per seguirli al meglio. In Alta Langa troviamo le eccellenze».

Un canale insolito.
«Facciamo ricerche nelle università, ci confrontiamo con gli incubatori che sono un po’ le “fabbriche” dove vengono metaforicamente prodotte. Quello che abbiamo creato con Saffirio, anch’egli nostro partner, è un accompagnamento dove valorizzare la nostra assistenza. Non siamo dei filantropi, investiamo solo se il progetto può generare valore economico e sociale».

Un progetto che ha avuto tale impatto?
«Senza dubbio Algor, vincitore del Premio Ancalau 2021. Li abbiamo portati all’interno del nostro gruppo, analizzati e aiutati, trovando addirittura un paio di nostri soci che hanno fatto da sponsor, dedicando settimanalmente del tempo al progetto. Una bella storia».

Ce la racconta?
«Un ragazzo siciliano viene in Piemonte, al Politecnico di Torino, e durante gli studi con poche migliaia di euro riesce a fare un progetto che utilizza l’artificial intelligence quando non c’era ancora Chat Gpt. Alla base dell’idea di Mauro Musarra la volontà di aiutare l’apprendimento di bambini dislessici attraverso la creazione di mappe concettuali. Un processo che non era mai stato digitalizzato, reso possibile proprio dall’ia».

Lo stato dell’arte?
«L’Ancalau è stato solo il primo di numerosi riconoscimenti. Oggi Algor è un progetto internazionale, rivolto a diversi Paesi grazie all’impiego di molteplici lingue e migliaia di abbonati non solo tra i fruitori in target, i dislessici, ma tra tutti gli studenti»

Molto più di una piacevole “scampagnata”…
«Il Club è ben felice di essere partner dell’Ancalau, la macchina è organizzativa e tale per cui selezione e qualità sono garantite. Per questo ringrazio in primis il nostro vicepresidente Mauro Ferrari, imprenditore torinese nel settore meccanico che sin dall’inizio ha seguito per il Club l’iniziativa di Bosia. Un evento diverso, in grado di distinguersi, anche fuori dai grandi centri metropolitani».