BOSIA – L’anno scorso il Comune di Bosia ha rischiato di perdere la possibilità di accedere ai risarcimenti per i danni causati dalla grandine. Non per dimenticanza di Elisabetta, l’unica impiegata comunale che, anzi, ha sempre tutto sotto controllo, o per scarso interesse del sindaco Ettore Secco che, quando serve, si presta persino a fare il cantoniere. Nel giorno in cui avrebbero dovuto partire le mail con tutta la documentazione, negli uffici comunali al piano terra dell’ex scuola elementare, internet non funzionava.

«A volte succede – spiega il primo cittadino – altri giorni tocca al telefono fisso, ogni tanto resta muto il cellulare. Mi è già capitato di chiamare in prefettura perché non può accadere che un sindaco non sia raggiungibile».

I moduli per la grandine sono riusciti ad inviarli ottenendo una deroga dalla Regione. «Anche perché non siamo certo l’unico Comune che lavora in queste condizioni in zona», precisa Secco. Ookla, gestore specializzato in speed test ha pubblicato i dati sulla velocità delle connessioni internet in Europa ed eletto Bosia come il paese più “lento” d’Italia con una velocità di download vicina a zero megabit per secondo.

“Un’esagerazione, quando la linea c’è funziona tutto bene, il problema è che ogni tanto manca. Non importa il gestore, hanno tutti problemi, i problemi ci sono sempre. Noi ne abbiamo scelto uno che usa i ponti radio” commenta Giuliano Valter Casella, che gestisce l’osteria da Cecco, l’unica del paese, una delle più rinomate dell’Alta Langa. In municipio Elisabetta conferma: «Dipende dai giorni. Non siamo isolati». È un giovedì qualunque e l’impiegata manda una per e mail quasi tutto il tempo. Anche il navigatore del cellulare non ha mai fatto scherzi mentre veniamo qui: massima copertura.

Quello che sembra un disagio – e per molti versi sicuramente lo è -ha portato a Bosia anche un certo turismo lento come i frequentatori delle yurte di Alta Langa, tende che arrivano dalla Mongolia e piacciono agli sportivi in Mountain bike e ai gruppi di meditazioni. «A Bosia non manca niente, se avessimo anche una buona copertura digitale e di rete saremmo Hollywood», dice il sindaco che amministra questo paese di 175 anime da vent’anni.

Scherza, ovvio, però è vero che tra queste colline coltivate ad Alta Langa e nocciole, in un paesino che dipinge sui muri i volti dei grandi personaggi del territorio come Pavese e Fenoglio, c’è ancora voglia di fare innovazione. Succede allora che il cosiddetto “comune più lento d’Italia” da dieci anni sia diventato un incubatore di start up. «Abbiamo creato un’associazione culturale, un comitato scientifico che giudica i progetti e un premio. Riceviamo almeno 70 proposte l’anno».

Si chiama Premio Ancalau, termine dialettale che racconta un pezzo di storia di questo territorio, quando una botteghino di Bosia, ora chiusa,  vendeva l’Ancalau, che si può tradurre come la capacità di osare, a chi dimostrava poca intraprendenza. Il presidente dell’associazione culturale è Silvio Saffirio, il “signore” della pubblicità, tra i promotori anche Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e Tino Cornaglia, presidente Banca d’Alba.

Negli ultimi anni hanno vinto progetti per usare l’IA per supportare nello studio chi ha problemi di apprendimento, un sistema di vinificazione senza travaso, e una guida automatica per i mezzi agricoli. «Altro che comune lento», sorride il sindaco, 69 anni, 40 passati in Ferrero. «E poi sta arrivando la fibra, cambierà tutto», dicono in paese. In realtà in altre zone qui vicino dove la fibra è già arrivata non è cambiato niente. In Piemonte sono almeno 46 comuni in condizioni simili a Bosia.

«Il problema è enorme – commenta il presidente Uncem Marco Bussone – Il digital divide oggi ci rende più fragili, meno attrattivi nelle zone rurali e montane». In Piemonte 339.000 case sono senza internet, il piano Ultrabandalarga da 1,6 miliardi che dovrebbe dare una spinta alla digitalizzazione va a rilento. Uncem ha ottenuto che il Pnrr si occupasse anche di questo «ma per attuare i piani c’è bisogno di reti» prosegue il presidente criticando la scelta di alcuni comuni, che dicono no alle infrastrutture per portare il 5G.