Algor è una startup dedicata ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento . Sta riscuotendo interesse internazionale per le sue potenzialità

Mappe concettuali, riassunti e flash-card generate con algoritmi di intelligenza artificiale. Sono gli strumenti per aiutare l’apprendimento scolastico creati dalla startup Algor, nata a Torino a inizio 2021. Fra gli esempi virtuosi del libro “L’occhio della tigre” del fondatore del Club degli Investitori Giancarlo Rocchietti, oggi conta 450mila iscrizioni e circa 10mila abbonati. E se nel 2023 l’azienda cresciuta nell’incubare del Politecnico torinese ha chiuso un investimento da 1,4 milioni di euro dal fondo inglese Emerge Education e consolidato gente di mercato in Spagna e America Latina, l’obiettivo del nuovo anno è «lavorare su larga scala – spiega Mauro Musarra, fonde di Algor – ampliando l’offerta all’estero. Nei Paesi ispanici abbiamo sfruttato la vicinanza culturale e linguistica. In Gran Bretagna potrebbero esserci difficoltà visto che gli studenti sfruttano molto i grafici e le mappe mentali. In ogni caso, intendiamo sviluppare l’acquisizione di conoscenze grazie a canali audio».

Ma non è tutto. Con un fatturato di un milione di euro lo scorso anno, la startup è pronta ad allargare le maglie delle assunzioni. «Siamo partiti in sei – continua Musarra – tutti ex studenti del Politecnico con background specializzato sulla Ia. A breve saremo una decina, e contiamo di arruolare altre cinque figure nel 2024, improntate su design e pratiche amministrative».

Fin dalla nascita le soluzioni di Algor non sono passate sottobraccio. E hanno colto l’attenzione di studenti con disturbi nell’apprendimento, scuole e genitori. Non solo per l’ausilio di algoritmi che creano in modo automatico mappe concettuali e riassunti personalizzati con algoritmi verticali. M anche per l’aumento di giovani con dislessia, discortografia, disgrazia o discalculia negli ultimi dieci anni: secondo gli ultimi dati Istat, la media nazionale registra un 5,4% di studenti con Dsa, trainata in primis dalle regioni Valle D’Aosta (8,4%), Liguria (8,3%), Piemonte e Lombardia (7,8%).

«Sono clienti verso cui prestiamo molta attenzione – dice Musarra – per questo cerchiamo di rendere i nostri prodotti sempre più inclusivi e compensativi nella comprensione del materiale didattico. Sono un punto di partenza per superare gli ostacoli: rende lo studio più semplice e accessibile».

Cosa rendono queste mappe più accessibili rispetto a un libro? «I libri hanno limiti fisici e condensano l’informazione – sottolinea Musarra -. Anche solo un conto stampato poco leggibile può rendere difficile l’apprendimento».