Malgrado l’apparenza, il centro di questa foto non sono io, ritratto in atteggiamento insolitamente socievole da Enzo Isaia, ma quella piccola figura che potete, se ingrandite molto, scorgere nella zona in basso a destra. È Ferdinando Marino del famoso Mulino Marino, custode di sementi rare, farine e antiche pratiche molitorie e allo stesso tempo grande innovatore, insieme al suo fantastico clan familiare da sempre affezionato sostenitore di questa idea chiamata “Premio Ancalau”.
Dove “ancalau” vuol dire gente che osa, che forza i confini della malora fenogliana. Che inventa, innova, rischia, intraprende, a volte fallisce, si riprende e infine magari riesce. No, non sono tutti così i “langhetti”. Magari. O forse sarebbero troppi. Ma tra di loro alligna certamente un virus raro, il virus dell’intraprendenza. Misto a quello dell’insofferenza per le costrizioni, per le regole soffocanti. Il langhetto è un ribelle che sembra far casini ma invece sfida le regole e sovente inventa soluzioni. E se i post non dovessero essere brevi avrei ancora tante cose da dire in proposito.
Avremo altre occasioni.
Silvio Saffirio