Leggiamo su La Stampa del 23 maggio la lunga lettera nella quale Irene Morra Giordano, discendente di Giacomo Morra, lamenta a ragione la dimenticanza nei confronti di questo grande e benemerito personaggio al quale si deve la creazione del mito del Tartufo Bianco d’Alba e la valorizzazione di quella cucina che è oggi orgoglio e fonte di sviluppo e reputazione per la nostra terra.
Forse Alba no ha fin qui manifestato la riconoscenza che dovrebbe ma la Langa e in particolare l’Alta Langa e il piccolo Comune di Bosia invece sì e non da ora ma dal 2016 quando in occasione del Premio Ancalau venne inaugurato il murale dedicato a Giacomo Morra.
Murale che fa parte della «pinacoteca all’aperto» dei ritratti dedicati ai «Grandi di Langa» insieme al Presidente Einaudi, a Cesare Pavese, A Beppe Fenoglio e a tante altre grandi figure ispiratrici.
Inoltre, a differenza degli altri murali che si trovano nel piccolo concentrico di Bosia, quello di Giacomo Morra è prospiciente alla strada provinciale della valle Belbo superiore, in condizione quindi di grande visibilità.
Duole dover precisare e lo facciamo per la verità e senza intento polemico che in quel 2016, in occasione dell’inaugurazione del murale di Giacomo Morra contattammo alcuni discendenti ma purtroppo nessun ci risulta che abbia partecipato al momento inaugurale.
Approfitto dell’occasione per rammentare che la «pinacoteca all’aperto» (opera dell’artista Silver Veglia) è oggi un’operazione compiuta. Per esser chiari, non ci sono più muri disponibili. È visitabile liberamente e in occasione del Premio Ancalau, domenica 23 giugno, si arricchirà del grande murale dedicato a Don Gianolio e alle sue opere per il territorio e la formazione professionale. A riptrova che a Bosia la memoria non subisce rimozioni ma al contrario si rinnova nel ricordo delle grandi personalità come appunto fu Giacomo Morra.
Ettore Secco, sindaco di Bosia
Silvio Saffirio, presidente Ancalau