Nel piccolo borgo dell’Alta Langa l’edizione 2021 del premio Ancalau si aprirà con l’inaugurazione di un nuovo murale

Ed. La Stampa di Roberto Fiori

Il grande ritratto di Cesare Pavese accoglie il visitatore all’ingresso del piccolo borgo con la famosa frase tratta da «La luna e i falò»: «Un paese ci vuole…». Dalla piazzetta bassa, si scorge sul muro del Municipio il volte del presidente Luigi Einaudi, che ammonisce: «Il denaro dei contribuenti deve essere sacro». Nella piazzetta alta, occhieggia Beppe Fenoglio con un passo da «Una questione privata»: «Le aveva sempre pensate, le colline, come il naturale teatro del suo amore, e gli era invece toccato di farci l’ultima cosa immaginabile, la guerra». Se volete scoprire questa straordinaria pinacoteca all’aperto dedicata ai «Grandi di Langa», dovete salire sulle colline dell’Alta Langa cuneese e raggiungere Bosia, il paese su cui a giugno si accendono i riflettori grazie al Premio Ancalau, il torneo delle idee dedicato alle start up dei giovani che in pochi anni ha raggiunto un invidiabile traguardo di notorietà.

Sabato 19 giugno, giorno prima del Premio, la pinacoteca si arricchirà di una nuova opera, dedicata al cantautore Gianmaria Testa. «Levigare le parole fino alla trasparenza, fino al limite sottile di fragilità e rischio per sentirle finalmente suonare al tocco delle dita» è la frase che è stata scelta per rendere omaggio al poeta e musicista cuneese. Dopo lo svelamento del murale, ci sarà una passeggiata letteraria tra le vie del piccolo borgo e le campagne circostanti: durante le soste, l’attore Giuseppe Cederna e tanti altri amici di Gianmaria, più o meno celebri, si alterneranno nella lettura di testi e brani scritti dall’artista scomparso cinque anni fa.

I Murali di Bosia nascono da un’idea di Silvio Saffirio, imprenditore profondamente legato a Bosia e all’Alta Langa, e sono tutti opera dell’artista Silver Veglia. «Ogni anno la nostra pinacoteca all’aria aperta accresce la quantità di opere e sta divenendo meta di un turismo culturale attento» dice il Sindaco Ettore Secco. «Temo che prima o poi incontreremo il limite delle facciate disponibili a ospitarne i ritratti piuttosto he quello della carenza di figure esemplari – chiosa scherzando Silvio Saffirio -. Il nostro territorio ne ha moltissime e nei più svariati campi».

Attualmente, il museo «en plein air» vanta sei opere. Oltre a quelle già citate (e oltre al fatto che nei prossimi giorni verrà restaurato il murale di Pavese e rinnovato integralmente quello di Einaudi), nei pressi della Parrocchiale c’è l’immagine di Gina Lagorio. Tra le mani ha la copia del suo romanzo «Tra le mura stellate». Lo sferisterio del paese è osservato dall’immagine dei due atleti omerici Augusto Manzo e Franco Balestra: «Manzo era eleganza e precisione. Balestra potenza e visione. Erano rivali. Furono amici». Ma il primo volto che si incontra su una facciata, percorrendo la strada provinciale, è quello dell’albergatore e ristoratore albese Giacomo Morra. A chiunque passi, il murale ricorda che fu lui «Il padre di quello straordinario mondo chiamato Tartufo bianco d’Alba».